Ospedale dei Pupazzi


Ospedale dei PupazziALLA BASE DEL PROGETTO “OSPEDALE DEI PUPAZZI”

L’Ospedale dei Pupazzi è un progetto dai molteplici scopi, rivolto ad un’ampia varietà di soggetti e realtà.
Coinvolge studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia ed eventualmente di altri corsi di laurea para-medici (dall’odontoiatria all’infermieristica, alle scienze della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, ecc…),
bambini in età prescolare (3-6 anni) e loro genitori, insegnanti delle scuole dell’infanzia o primarie, altre figure professionali specializzate. Inoltre, inserendosi attivamente nel contesto territoriale, interessa le Istituzioni e può avvalersi del supporto di Associazioni partner.
Pertanto può essere considerato un progetto rivolto alla società in genere, la cui tematica centrale è la relazione medico-paziente, nel contesto della professione pediatrica ma anche nella professione medica in generale.

La dimensione medica, osservata a volte con interesse e curiosità, a volte con timore o diffidenza, è comunque spesso poco conosciuta nelle sue dinamiche specifiche e pertanto è fonte di dubbi, insicurezze e credenze errate. Così, come avviene per tutte le cose che si conoscono poco, è facilmente oggetto di disagio, paura o ansia.
Inoltre, soprattutto per i bambini, entrano in gioco ulteriori elementi che concorrono alla nascita di sentimenti ostili nei confronti di medici e ospedali, quali un ambiente poco accogliente, un’immagine inquietante del personale medico e paramendico a causa del modo di vestire, la mancanza di strumenti e tecniche che siano specifici per i bambini ed attirino la loro attenzione. Tutto questo, oltre al disagio del bambino, determina lo sviluppo di un rapporto di tensione con il medico che può addirittura influire sulla qualità del trattamento.

Pertanto, avvalendoci del fatto che il momento del gioco costituisce l’attività essenziale dello sviluppo fisico, emotivo e sociale del bambino, abbiamo pensato di sfruttarlo per aiutare i bambini, che possono doversi sottoporre a una visita medica o un ricovero ospedaliero, a capire che cosa gli possa succedere e perchè, minimizzando così la paura, la tensione, l’ansia e la frustrazione di questi momenti. Il contatto con il medico si trasforma così da un’ esperienza che il bambino dovrebbe subire ad un momento di interazione ed attività.

Inoltre, poiché il bambino assorbe conoscenze e sentimenti dal mondo che lo circonda, è nel nostro interesse promuovere su un’ampia scala una cultura sulle suddette tematiche, confidando nel supporto di genitori, insegnanti, medici e di tutte le figure che possono contribuire a far crescere nei piccoli una maggiore conoscenza e una migliore disposizione nei confronti della figura del medico e dell’ambiente ospedaliero.

Letteratura:
– Bloch YH, Toker A., “Doctor, is my teddy bear okay? The “Teddy Bear Hospital” as a method to reduce children’s fear of hospitalization.”; Isr Med Assoc J. 2008 Aug-Sep;10(8-9):597-9.
– Porter B., “The teddy bear hospital.”; Isr Med Assoc J. 2008 Aug-Sep;10(8-9):646-7;
– Ackermann M, Colin-Benoit E., “[Teddy bear clinic]”  [Article in French]; Rev Med Suisse. 2008 Apr 30;4(155):1118-9;
– Hu Li Za Zhi (China) “Reducing fear in preschool children during clinical examinations” – 2004 feb;51(1):52-7)
– Haiat H, Bar-Mor G, Shochat M, “The world of the child: a world of play even in the hospital.”; J Pediatr Nurs. 2003 Jun;18(3):209-14;
– Toker A, Urkin J, Bloch Y., “Role of a medical students’ association in improving the curriculum at a faculty of health sciences.”; Med Teach. 2002 Nov;24(6):634-6;
– “Playing in hospital: addition to nursing care” – Rev Esc Enfer USP 1999 Dec;33(4):364-9
– Zimmermann PG, Santen L., “Teddy says “Hi!”: Teddy bear clinics revisited.”; Emerg Nurs. 1997 Feb;23(1):41-4;

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GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

L’Ospedale dei Pupazzi mira al raggiungimento di vari obiettivi, alcuni generici e ideali, altri più specifici e misurabili.

  1. Promuovere all’interno della società una maggiore cultura dell’informazione sui concetti di malattia e di cura e sulla realtà medico-ospedaliera, soprattutto nei confronti dei bambini, superando l’attuale tendenza alla negazione di queste problematiche e l’alone di mistero e paura che spesso le circonda.
  2. Aiutare i piccoli a superare eventuali paure o pregiudizi nei confronti di medici ed ospedali (usando i loro pupazzi come “transfert”): l’ospedale non è un luogo di punizioni ma di cura. Le basi su cui è fondato l’OdP sono fondamentalmente PREVENTIVE; infatti l’intento è di migliorare l’approccio del bambino SANO alla figura del medico e all’ambiente ospedaliero, in particolare nel contesto di esperienze comuni e ordinarie quali la visita pediatrica, le vaccinazioni, le analisi del sangue o altri eventi simili.
  3. Insegnare ai bambini qualche nozione medica di base (es. concetti di anatomia, fisiologia, iter diagnostico-terapeutico): spesso ciò che spaventa è ciò che non si conosce. Le malattie e la loro cura fanno parte della vita di tutti i giorni e capirne i significati aiuta ad affrontarli meglio


    .
  4. Sensibilizzare gli studenti sull’importante problematica del rapporto con il paziente, aspetto fondamentale della professione medica e para-medica (in generale, non solo in un contesto pediatrico).
  5. Coinvolgere nel progetto i genitori e gli insegnanti dei bimbi con un duplice fine: promuovere la loro riflessione sulle tematiche in questione e avvalersi del loro supporto in qualità di figure pedagogiche per eccellenza.
LA REALIZZAZIONE DELL’OSPEDALE DEI PUPAZZI

L’Ospedale dei Pupazzi consiste in un ambiente ospedaliero specializzato nell’assistenza a pupazzi, bambole o peluches, al cui interno si svolgono visite mediche, indagini diagnostiche e terapie specifiche.
E’ organizzato e gestito da studenti del corso di laurea di Medicina e Chirurgia (ed eventualmente di altri corsi di laurea para-medici) membri del S.I.S.M., opportunamente preparati all’esperienza, che incarnano il ruolo di “Medici Pupazzologi”.

L’Ospedale è allestito nelle scuole od in luoghi pubblici frequentati dai bambini. I piccoli accompagnano i loro pupazzi ammalati attraverso l’iter diagnostico-terapeutico, avendo l’opportunità di assistere a tutte le procedure che caratterizzano le visite mediche di base e specialistiche e di acquisire una maggiore dimestichezza con il contesto ospedaliero, con la strumentazione medica, con il camice bianco. Non essendo protagonisti della visita i bimbi possono vivere l’esperienza dall’esterno, con quel distacco e quella serenità che sono necessari per comprenderne al meglio il significato e gli scopi.
Le attività ospedaliere si svolgono in un giorno prestabilito, che può essere preceduto e seguito da un percorso formativo più o meno approfondito e complesso con l’aiuto delle scuole. Il supporto di insegnanti e genitori è assai auspicabile, in modalità e tempi diversi a seconda del contesto dove si realizza il progetto, all’interno di una scuola o in un luogo pubblico.

L’Ospedale è costituito da diverse “unità operative” che comprendono l’accettazione e la sala d’attesa, ambulatori di medicina generale e specialistica, apparecchiature per la diagnostica per immagini, una o più sale operatorie ed infine una farmacia.  Sono utilizzati, ove possibili, materiali e strumenti veri (garze, bende, termometri, fonendoscopi, abbigliamento medico-chirurgico, ecc.), accompagnati da apparecchiature appositamente costruite per l’Ospedale dei Pupazzi (finti radiografi, elettrocardiografi, ecc.)

I bimbi cominciano l’attività in sala d’attesa, dove sono intrattenuti con attività ludico-didattiche sui temi inerenti al progetto: la visita medica, il dottore e l’ospedale, la malattia, le medicine. Ogni bimbo è poi accompagnato nell’Ospedale da un Pupazzologo “accompagnatore”, che segue con lui tutto il percorso dall’accettazione, alla visita, alla farmacia. Durante la visita i piccoli sono coinvolti attivamente, possono fare domande e sperimentare direttamente le manovre semeiotiche o l’uso di qualche strumento (es. auscultazione con fonendoscopio), magari proprio quelli di cui hanno più paura. Le prescrizioni terapeutiche spaziano da coccole, favole e accorgimenti dietetici a medicinali, medicazioni e bendaggi, procedure chirurgiche.

Al termine dell’esperienza il bimbo porta a casa una documentazione relativa a al suo pupazzetto (ricetta medica o cartella clinica o libretto sanitario) che può essere uno spunto per ripetere il gioco nel tempo e continuare a familiarizzare con i temi in questione.

CONCLUSIONI

Il lavoro delle Sedi Locali e dei vari Officers (NOME: National Officer for Medical Education, LOME: Local Officier for Medical Education) si è concretizzato  in oltre un centinaio di Ospedale dei Pupazzi svoltisi in quasi tutte le regioni d’Italia, che hanno coinvolto migliaia di bambini. E’ nostro compito oggi valutare gli effetti del lavoro svolto e cercare di migliorare ancora e ancora il progetto, la sua efficacia e la preparazione degli studenti coinvolti. Le “Linee Guida” per la realizzazione di un Ospedale dei Pupazzi presentate ed adottate dal XXXVIII° Congresso Nazionale del S.I.S.M. concentrano le nostre esperienze e pongono solide basi per il lavoro del domani.

Firmato:
la Task Force per l’Ospedale dei Pupazzi:
Giulia Angelino (LOME 2007/2008 S.L. Roma Tor Vergata)
Federica Lovisari (LOME 2007/2008 S.L. Monza)
Silvia Nicoletto (LOME Ass 2007/2008 S.L.  Padova)
Sepideh Peyrov Sajad (LOME 2007/2008 S.L. Firenze)
e
Pierluigi Tocco (NOME 2007/2008)
Andrea Scicolone (NOME 2008/2009)

Segretariato Italiano Studenti Medicina

Nota: testo approvato dal XXXVIII° Congresso Nazionale del S.I.S.M., Monza, 14 Novembre 2008

Stampa e Video

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